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di Francis Giacobetti, con Sylvia Kristel
(Francia, 1976)
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Con il rischio di non trovare tutti d'accordo, devo dire che questo numero due del romanzo della Arsan non mi da troppo fastidio. L'Emmanuelle originale, con tutta la sua filosofia erotica da baraccone, con l'Alain Cuny che faceva il "maître de plaisir" sessuale, era assai indisponente, oltre che ridicolo. Qui (anche se non manca l'inevitabile morale da quattro soldi, viva l'amore libero, dirsi tutto, l'estasi del piacere e via dicendo) l'ipocrisia è relativa. Ci sono donne e uomini indubbiamente seducenti ripresi mentre si accoppiano. Questo occupa, diciamo, i quattro quinti del film: ripresi lateralmente, in modo che non si vedano gli organi genitali, a differenza dai veri film pornografici. Il tutto è discretamente noioso, non particolarmente erotico (siamo sull'opinabile), però assai onesto: vi guardate in santa pace le belle epidermidi e il resto, se ne avete abbastanza uscite prima alla fine, e tutto finisce li. Non c'è troppo da ragionarci: non è un opera progressista, certo, ma nemmeno nociva. Mille volte meglio delle note sozzure, pseudo erotiche, e soprattutto violente o oscurantiste, contrabbandate in tanti film, dietro tanti paraventi.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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